Dopo il leak in rete di '4', il nuovo album di Beyoncé, avevo in mente di fare una recensione dopo l'ascolto, ma poi mi sono detto: un mio amico è il più appassionato fan di Beyoncé che io conosca, perchè non farla fare a lui? E dopo una breve opera di convincimento (durata tipo 10 secondi perché si è dimostrato subito entusiasta all'idea), ecco la sua recensione traccia per traccia con tanto di voto (secondo lui):
1+1
L'album si apre con una classica ballata R&B, in cui la diva texana mostra il proprio talento senza l'ausilio di produzioni elaborate che distraggono dall'intensità vocale.
Subito si nota che il timbro della cantante appare più profondo, simile a quello delle performance dal vivo; lei stessa dichiarò di aver rilevato durante l'editing del DVD I Am... World Tour una differenza tra il tono live e il tono delle sessioni di registrazione, scegliendo per quest'album di utilizzare la voce più grave e carica delle esibizioni dal vivo. Già dall'apertura dell'album quest'intento è evidente; il risultato è un incipit dolce e potente, che richiede riflessione e concentrazione per essere compreso. E ci si renderà poi conto che tutto l'album è così. Non va ascoltato: va compreso.
VOTO: 8.5/10
I Care
L'atmosfera si incupisce all'avvio del secondo brano, in cui la voce della cantante sembra essere appena uscita da un pianto di commozione, incontrandosi con percussioni potenti e un solo lead come armonia. Il ritornello suona come un'esplosione incompleta, in cui i cori si aggiungono a dare potenza a questa vigorosa ballata. La musica cresce e il senso di esplosione sembra concretizzarsi fino all'assolo della chitarra elettrica in cui Beyoncé sfoggia un acuto che lascia sussultanti, portando alla conclusione di questo brano che si vorrebbe durasse ancora un minuto, solo un altro. Tuttavia, con una sfumatura, ci accompagna verso il prossimo passo.
VOTO: 9/10
I Miss You
Il brano si apre con delle percussioni che introducono la voce leggera della cantante sostenuta da una seconda voce più intensa che percorre la stessa melodia all'ottava superiore, creando un suggestivo effetto di contrasto. La produzione è semplice, essenziale: la voce è l'unico elemento che cattura l'ascoltatore. Un brano regolare e soave, con un unico difetto: la durata; meno di tre minuti non sono sufficienti per apprezzare fino in fondo la profondità di questa traccia, e la conclusione con una sfumatura suona come un troncamento.
VOTO: 8/10
Best Thing I Never Had
Il secondo singolo di quest'era è una midtempo semplice e immediata, radio-friendly, paragonata correttamente a Irreplaceable, una delle hit di maggior successo dell'artista. La freschezza della produzione è in netto contrasto con la rabbia del testo, in cui si esclama con forza "it sucks to be you right now".
All'uscita del singolo, prima di aver sentito il resto dell'album, mi sembrava una delle migliori midtempo di Beyoncé di sempre, ma riascoltandola adesso alla luce degli altri brani appare oscurata.
VOTO: 7.5/10
Party (feat. Andre 3000 & Kanye West)
Ritmo urban per l'unico duetto di quest'album, che vede la collaborazione di Andre3000, frontman degli Outkast. Il brano contiene il sample di La Di Da Di di Doug E. Fresh e Slick Rick, storico brano rap. La produzione è affidata a Kanye West, Dio dell'R&B. La voce di Beyoncé è perfetta: ricca di cori, sembra di ascoltarla nelle canzoni che la resero celebre nelle Destiny's Child; tuttavia, il mio orecchio europeo non mi permette di cogliere pienamente le potenzialità di questa traccia.
VOTO: 7.5/10
Rather Die Young
Altra ballata di impronta classica R&B: ormai arrivati a metà di questo percorso si è convinti che con quest'album Beyoncé sia voluta ritornare alle origini, ai suoi ispiratori, all'autentico sé.
Il brano ricorda nello stile i primi dischi dell'amica Alicia Keys.
Nell'industria discografica attuale, in cui i produttori dettano i successi più del talento degli artisti, talvolta oscurandolo se non sostituendolo, questo ritorno alle sonorità classiche e alla semplicità nelle armonie fa risaltare chi è artista e lo sarebbe anche senza alcuno strumento musicale in sottofondo. Questo è quello che mi comunica maggiormente la traccia: la presenza di talento puro.
VOTO: 8/10
Start Over
Uno dei brani dell'album che preferisco, soprattutto per l'estensione vocale dell'artista che si spinge con aggressività verso note alte che contrastano con la dolcezza dell'armonia, creando un'atmosfera di tensione e potenza, pur senza scomporsi. Attendo con impazienza di ascoltare dal vivo questo pezzo, da brividi già nella versione studio.
VOTO: 8.5/10
Love on Top
Un capolavoro. Produzione rétro che ricorda grandi nomi degli anni 80/90 come Sade e Whitney Houston, a cui la diva non ha nulla da invidiare. Una canzone fresca e trascinante ma non banale, di fronte a cui l'elettronica che domina le classifiche impallidisce.
La voce progredisce fino a culminare con tonalità inaspettate.
Spero sia scelto come terzo singolo, forse è il brano migliore dell'album.
VOTO: 10/10
Countdown
Spiazza. La produzione è assurda. Mi ha trasmesso sensazioni simili a quelle del primo ascolto di Run The World (Girls): movimentata, caotica, disordinata eppure bellissima. Al suo interno sono presenti sample tratti da Uhh Ahh dei Boyz II Men e un vero e proprio countdown. Questo brano colpisce per essere lontano dal 2011 ma in direzione opposta rispetto alle altre tracce del disco: se le altre recuperavano la tradizione R&B, questa si proietta in un sound R&B innovativo. Richiede molti ascolti per essere apprezzata ma alle orecchie intenditrici di sound urban non ne sfuggiranno le potenzialità.
VOTO: 9.5/10
End of Time
Unica uptempo insieme al primo singolo. Un brano fresco, vivace ed estivo dalle sonorità tribali. Sarebbe potuta essere la Waka Waka del 2011 se non fosse finita in rete anticipatamente, deviando la scelta del secondo singolo verso Best Thing I Never Had.
Beyoncé dichiarò che 4 sarebbe stato ispirato a Fela Kuti, musicista africano considerato l'inventore dell'afrobeat, di cui questo brano si fa rappresentante.
End of Time e Love on Top sono gli unici due brani dell'album in cui si respira un'aria spensierata, senza toni smorzati o melodie caotiche. Colpiscono dal primo ascolto perché sono immediati, a differenza degli altri brani che, come ho anticipato in apertura, vanno compresi oltre che ascoltati. Tuttavia, talvolta anche l'immediatezza è una dote: questo ne è un caso.
VOTO: 10/10
I Was Here
Ultima ballata del disco, in cui l'atmosfera torna sommessa e i toni si abbassano. La traccia, scritta da Diane Warren e prodotta da Ryan Tedder, è un vero capolavoro. L'autrice, nota per brani come I Don't Want to Miss a Thing degli Aerosmith, ha creato per Beyoncé uno dei pezzi più incisivi di tutta la sua carriera. E anche Tedder ha riservato una delle produzioni migliori mai realizzate, nettamente al di sopra anche di tracce celebri come Halo (vincitrice del Grammy come miglior canzone nel 2009), in cui si può trovare parte dell'esperienza acquisita durante la collaborazione con Adele per 21, di cui è co-produttore. Beyoncé aveva dichiarato prima dell'uscita dell'album che la ventunenne inglese sarebbe stata fonte d'ispirazione, e ascoltando questa traccia se ne nota l'eleganza distintiva.
VOTO: 10/10
Run the World (Girls)
Al primo ascolto la traccia lascia senza parole: le uptempo di Beyoncé ci avevano abituati a motivi immediati e melodie orecchiabili.
Questo primo singolo, curiosamente posizionato in chiusura dell'album, forse ne riassume il significato.
La traccia vuole dire "Io sono potente"; è questo il messaggio che l'artista lancia al termine della propria opera. Quando chiede "Who run the world?" in realtà non crede che la risposta sia "Girls", ma solo "Beyoncé". Il brano non parla delle donne, parla di sé. È questo il filo conduttore che rende l'album speciale: mostra una donna che non scende a compromessi, libera, svincolata dalle classifiche e forse anche dal management pesantemente impositivo del padre. È un'artista consacrata e sicura di sé, matura, che può permettersi di godersi una vacanza a Parigi durante il lancio del suo primo singolo tralasciando ogni tipo di promozione e recuperare l'hype che le colleghe progettano per mesi a tavolino in soli cinque minuti di performance ai Billboard Music Awards.
In fondo, Beyoncé è consapevole del proprio valore.
VOTO: 10/10
Grazie a Gianluca (da oggi collaboratore ad honorem di GlamEaters)